— Filosofia di viaggio —


Le nostre vacanze sono un bene prezioso. Trasfondono le aspettative di un intero anno e i sogni di una vita o di una sua fase. Noi di Moto Perpetuo ci prendiamo cura di creare ed organizzare viaggi esclusivamente per i nostri associati.
La cura è maniacale, la sicurezza sempre garantita, le strutture scelte in base alle migliori comodità ritraibili ma senza snaturare i viaggi che restano sempre permeati delle sensazioni dei luoghi.
L'incedere dei nostri viaggi è sempre ispirato al rispetto delle popolazioni autoctone nell'ottica del "viaggiatore" e non del "turista".
Per comprendere la nostra ottica del "viaggio", ci piace ricordare Tiziano Terzani che, in una sua intervista, presa a stralci, così diceva:

Terzani, Cosa significa per lei viaggiare?Significa calarsi il più possibile nella realtà che si incontra. Lasciarsi guidare dalla curiosità. E seguire un filo. Quando viaggio mi lascio guidare dal caso, dagli incontri fortuiti e dall'imprevisto e tutto questo mi aiuta a vedere il mondo con i loro occhi, altrimenti avrei viaggiato utilizzando solo i miei occhi e i miei pregiudizi, andando solo dove le mie scelte mi portavano.

Che differenza c'è tra il turista e il viaggiatore?Il turismo consuma tutto. L'industria turistica è orribile non solo per fenomeni come la pedofilia e il mercato del sesso, ma perché ha creato una mentalità da prostituzione. Si vende tutto di un luogo e delle persone che lo abitano pur di fare soldi. Il turista negli alberghi trova la cucina internazionale che è uguale dappertutto e si lava con un sapone che è lo stesso a Roma e a Timbuktu, fa quattro foto e torna dicendo di aver visto l'India.

E il viaggiatore?

Per tornare viaggiatori bisognerebbe ritornare a essere come gli unici veri viaggiatori: i pellegrini. Solo così è possibile salvare il turismo e le sue destinazioni. In Cina, secoli e secoli fa il primo turista è stato uno che ha lasciato la sua casa per cercare in India le scritture sacre, i testi vedici, che poi ha tradotto dal sanscrito al cinese e sono ancora oggi conservati in due pagode nel sud del Paese. Il pellegrino è uno che ha rispetto, che venera il posto in cui va.

Tutto questo non vuol dire rinunciare a qualche comodità o al buon cibo ma evitare che queste "esigenze" finiscano con il sopraffare lo spirito di conoscenza che ci anima.


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